Inizialmente creata per evitare di sprecare il latte, c’è chi fa risalire le origini della mozzarella persino a Plinio il Vecchio

Si parla della mozzarella per la prima volta nella Naturalis Historia, in cui Plinio il Vecchio cita il “laudatissimum caseum del Campo Cedicidio“, ovvero un formaggio molto apprezzato, prodotto nell’attuale Lucania, detta anche Basilicata.

Era sicuramente prodotta con latte vaccino, perché le bufale non erano ancora presenti in quelle zone e il latte di bufala era considerato tra le peggiori materie prime.

Intorno al XII secolo, i monaci Benedettini usavano offrire un pezzo di “mozza”, in occasione di alcune solennità religiose. Nell’anno 811, i monaci si stabilirono a Capua, in seguito alla sconfitta del duca di Benevento, da cui erano protetti. Qui fondarono il monastero di San Lorenzo al Volturno e qui si diffuse la pratica per la produzione della mozza, detta poi mozzarella.

Il suo nome deriva dalla pratica di mozzare, cioè dalla lavorazione manuale di strozzatura della pasta filata a mano, ottenuta tramite la cagliata.

Inizialmente veniva prodotta per evitare di sprecare latte, che, a causa dei metodi approssimativi di conservazione di quel tempo, diventava facilmente acido.

La lavorazione a caldo, infatti, consentiva di ridurre l’acidità del latte mal conservato.
Infine veniva conservata dopo essere stata avvolta da fogli di giunco e collocata in speciali anfore.

Il nome completo di mozzarella appare però solo XVI secolo (1570) nel ricettario di Bartolomeo Scappi, nell’elenco dei formaggi comunemente serviti nella mensa papale.

Lo produciamo artigianalmente utilizzando latte vaccino 100% italiano.
Il suo sapore è dolce e delicato e l’odore è fresco e gradevole.

E’ fonte di vitamine e ai minerali, sodio, potassio, magnesio, betacarotene e le vitamine B12, K, J. Contiene anche calcio ed è fondamentale per la saluta delle ossa e grazie al contenuto proteico, è l’ideale per chi pratica attività sportiva.
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